Meglio utilizzare la SEO, ovvero l’ottimizzazione del tuo sito per i motori di ricerca, oppure l’advertising, vale a dire la pubblicità a pagamento, per promuovere il tuo business online?
Domande difficili.
Domande che possono mettere in difficoltà anche il web marketer più esperto; infatti trovare lo strumento promozionale giusto per la tua attività può essere estremamente difficile in mezzo alla giungla di tools e strumenti che hai a disposizione.
In questo articolo voglio provare a darti degli spunti interessanti sull’utilizzo della SEO e dell’advertising per promuoverti online.
Ma prima di parlare di questo vorrei dirti perché è diventato fondamentale promuoversi on-line.
Sempre più spesso, infatti, quando parlo con imprenditori o liberi professionisti italiani mi rendo conto di quanto siamo indietro per certi aspetti.
Mentre il resto del mondo ha gli occhi puntati sulla Russia, accusata di aver influenzato le elezioni presidenziali statunitensi attraverso uno strumento potentissimo – Facebook! – da noi c’è ancora chi utilizza il volantino e il passaparola come unico strumento di marketing e dubita dell’efficacia dei nuovi mezzi di comunicazione.
Sapere che un Paese potrebbe aver fatto eleggere una delle persone più potenti del mondo grazie ad un social network dovrebbe bastare per capire che ormai il mondo è cambiato: è finita l’epoca del cartellone sulla via trafficata, quello che tutti vedono perché “tanto ci passano di lì”, ora i tuoi cartelloni possono essere innalzati su strade chiamate Google o Facebook, frequentate da milioni e milioni di utenti ogni giorno e puoi pagare solo quando uno di questi utenti si accorge effettivamente della tua inserzione e decide di compiere un’azione, ovvero cliccare il link che porterà (a regola) alla tua landing page.
Tuttavia, anche se ti vengono forniti degli strumenti così potenti, è importante capirli e conoscerli a fondo perché rischio è di non saperli usare adeguatamente e bruciare tutto il tuo budget in poco tempo senza aver raggiunto nessuno degli obbiettivi prefissati.
Ogni giorno orde di guru affollano la nostra bacheca di Facebook scagliandosi contro questo o quello strumento pubblicitario, lanciando messaggi lapidari su come uno sia morto mentre l’altro sia il futuro.
Salvo poi scoprire che questi messaggi sensazionalistici servono esclusivamente per vendere questo o quel corso, ovviamente impacchettato con tanta cura e venduto, come da manuale, a 197 euro.
In mezzo alla confusione di internet diventa estremamente difficile impostare una strategia di web marketing, valutando l’efficacia tecnica dei vari strumenti e decidere in modo oggettivo quando è meglio usare uno o l’altro.
La soluzione a questa situazione di stallo, che rischia di non farti muovere di un millimetro verso l’obbiettivo desiderato è solo uno: conoscere quali sono gli strumenti a tua disposizione, come usarli e perché, in modo da elaborare una strategia efficace.
Questa guida è stata scritta proprio per questo: senza secondi fini o messaggi occulti.
Voglio semplicemente illustrarti nel dettaglio come funziona la SEO e come funziona la pubblicità a pagamento (AdWords, Facebook Advertising ecc.) e quando è meglio usare una o l’altra. In questo modo capirai immediatamente qual è il mezzo che più si adatta alle tue esigenze.
CHE COS’È LA SEO
Che cos’è la SEO? Tranquillo, non è una brutta malattia; SEO è semplicemente un acronimo e sta per “Search Engine Optimizazion” che in italiano significa “Ottimizzazione per i Motori di Ricerca”. Lo so, in inglese fa più figo 😀 !
La SEO è estremamente importante quando creiamo il contenuto web di un sito internet, sia esso un articolo, un video od un file PDF (sì, Google “legge” ed indicizza anche i PDF che inserisci nel tuo sito, a meno che tu non gli dica il contrario).
Quando scrivi un contenuto on-line devi tenere presente che quel contenuto dovrà essere letto da due entità differenti, ossia il lettore ed i motori di ricerca, siano essi Google, Bing o altri.
Ognuno di loro ha le stesse aspettative (trovare la risposta ad una domanda), ma esigenze leggermente differenti.
Il lettore vorrà un articolo interessante, in grado di rispondere alle sue domande in maniera chiara, magari con degli approfondimenti (anche esterni) interessanti e, perché no, dei video.
Ma il nostro contenuto web, come detto poco sopra, deve essere ottimizzato anche per i motori di ricerca.
(Piccola nota: quando facciamo SEO ci riferiamo sempre a Google come motore di ricerca, essendo quello utilizzato dalla stragrande maggioranza degli utenti.)
Google utilizza uno “spider” (tradotto vuol dire “ragno”), chiamato anche Googlebots, che scandaglia la rete alla ricerca di contenuti, così da indicizzare ogni singola pagina e farla comparire, a seconda del valore rilevato, all’interno delle ricerche effettuate dagli utenti.
Questo Googlebot viene chiamato in causa ogni volta che creiamo un nuovo contenuto web in un nostro sito internet (oppure quando ne modifichiamo uno).
Ma quali sono i parametri che identificano il valore di una pagina agli occhi di Google?
Una volta fatto il suo giro di perlustrazione, il piccolo ragnetto “comunica” a Google quello che ha appena visto
Ci sono interi libri che cercano di spiegare quali siano le caratteristiche analizzate da Google e non è realistico affrontarle tutte in un breve articolo, ma è giusto darti alcuni spunti.
- Età del sito: siti internet con molti anni sulle spalle appaiono più autorevoli agli occhi di Google. Acquistare un sito internet con diversi anni sulle spalle potrebbe essere un buon investimento.
- Dominio del sito: In alcuni contesti, anche il dominio del sito può aiutare nell’indicizzazione. Il dominio prontopizzamilano.it potrebbe aiutare più di pizzeriamagnus.it nella corretta indicizzazione del sito di una pizzeria. Anche se ad oggi questo aspetto è meno rilevante, rimane comunque un fattore da tenere in considerazione.
- Link in entrata: Se molti siti internet che trattano tematiche simili alle tue inseriscono dei link verso alcuni tuoi articoli, questo aumenterà notevolmente la tua rilevanza agli occhi del motore di ricerca.
- La formattazione del testo: L’utilizzo di una struttura ben organizzata e sensata (H1, H2, H3, indice, anchor text) e di grassetti, aiuta sia l’utente che i motori di ricerca nell’interpretare i tuoi contenuti nella maniera corretta.
- La concorrenza: diventa fondamentale nel nostro piano di web marketing.
Cercare di posizionare contenuti per alcune parole chiave può essere impossibile, se non a fronte di spese proibitive.
Quest’ultimo è uno dei fattori a cui dobbiamo stare più attenti durante la stesura della nostra strategia di web marketing.
Infatti quando decidiamo di ottimizzare un contenuto del nostro sito web per una certa parola chiave possiamo anche rispettare tutte le regola auree della SEO; ma se in prima pagina ci sono siti internet storici, sarà quasi impossibile scalzarli dalla loro posizione.
In quel caso sarà meglio mettere una manciata di euro sul tavolo e comprarsi un po’ di vecchia e sana pubblicità a pagamento: potremmo risparmiarne migliaia per una strategia SEO eccessivamente complessa e forse anche inutile!
Come fare Seo
Come abbiamo appena accennato, se hai intenzione di usare la SEO per promuoverti on-line il primo passo da fare assolutamente è studiare la concorrenza.
È estremamente importante riuscire a capire quanto sarà difficile posizionare un certo contenuto web per determinate parole chiave; questo ti permetterà anche di capire che tipo di budget dovrai dedicare al tuo piano d’azione.
Più la nicchia scelta ha una concorrenza agguerrita, più sarà alto l’investimento richiesto.
“Pagare? Per la SEO?!? Ma la SEO è gratis, non si paga!!!!!!!”
Bene, cogliamo la palla al balzo per sfatare il primo mito: fare SEO non è gratis, sebbene lo possa sembrare a prima vista.
Se hai intenzione di utilizzare la SEO per la tua strategia di web marketing dovrai per forza prendere una delle due strade:
- Pagare qualcuno per fare un lavoro specialistico alla SEO del tuo sito.
- Impegnare il tuo tempo nel fare corsi, leggere libri ed ottimizzare tuo sito. Cosa che, ti assicuro, non è semplice.
In entrambi i casi, stai pagando.
L’unica cosa che puoi scegliere è cosa utilizzare come leva, se i tuoi soldi o il tuo tempo.Tieni bene a mente che la scelta numero uno sarà sempre la migliore se fare SEO non è il tuo lavoro primario: solo uno specialista saprà seguirti adeguatamente in questo settore, anche se molto dipende dalla concorrenza delle parole chiave per il quale vuoi posizionarti.
Una volta scelta la strada da percorrere, dovrai capire quale strategia SEO applicare. Se sei all’inizio non hai scelte, dovrai partire con la SEO On Site, ovvero quella parte di SEO da fare direttamente sui contenuti del tuo sito web, quindi strutturare gli articoli, scegliere le parole chiave, i titoli, i sottotitoli, i tag, le categorie, predisporre i link in uscita, ecc.
Se invece hai già un sito strutturato in maniera corretta potrai pensare alla SEO Off Site, quella parte di SEO da fare fuori dal sito internet.
Vale a dire guadagnare link in entrata, fare guest post attività social per mandare utenti sul sito e così via.
Entrambe le cose richiedono una grande conoscenza della SEO per avere qualche risultato degno di nota.
Quindi – come detto sopra – o frequenti corsi sull’argomento e impari la materia per farla in prima persona, oppure paghi qualcuno di bravo perché ti aiuti.
I lati positivi e negativi della Seo
Ora che abbiamo visto come fare SEO in maniera efficace dobbiamo porci un’altra importantissima domanda…Quando ha senso fare SEO? E quando è meglio utilizzare la pubblicità a pagamento, come ad esempio Google AdWords o Facebook Advertising?
Iniziamo con una doverosa promessa: la SEO, come qualsiasi altro mezzo pubblicitario, ha lati positivi e lati negativi.
Spesso vedo persone fare SEO solo perché è “gratis”, ignorando che non solo stanno perdendo il loro tempo, ma la utilizzano nel modo sbagliato.
Devi vedere la SEO come un martello: è lo strumento ideale per battere un chiodo. Ma se devi fare un buco devi utilizzare un trapano, non un martello.
Puoi fare un buco con il martello? Certo, ma farai un lavoro orrendo.
La cosa importante da fare adesso, quindi, è analizzare attentamente i lati positivi e negativi della SEO e – in questo modo – vedere quando utilizzarla o quando metterla in un angolo.
La SEO ti porta utenti in modo automatico
Il primo lato positivo della SEO è quello che più di tutti solletica la fantasia di marketer e businessman in tutto il mondo.
Chi non vorrebbe una tecnica che porta clienti continuamente, in modo automatico e senza alcun intervento da parte nostra? È il sogno proibito di ogni persona che vive di commercio!
Effettivamente, se il nostro sito internet è nelle prime pagine di Google per determinate parole chiave, è molto probabile che entrino utenti in maniera più o meno regolare.
Le cose da tenere a mente, però, sono queste:
- Nel sito i contenuti devono avere un certo spessore e richiedere una certa azione all’utente (call-to-action): sono molti i siti che attirano molti utenti, ma che non fanno alcuna conversione.
- Il sito deve essere aggiornato periodicamente: Google dà la precedenza a siti internet che mantengono le informazioni al loro interno aggiornate (ove ce ne sia bisogno).
- Arrivare a questo risultato richiede molto tempo e molti soldi: ci dev’essere un grande sforzo iniziale per raggiungere questo obbiettivo.
Tuttavia – una volta raggiunta la meta e con un minimo di sforzo – il sito internet nelle prime pagine di Google lavorerà per noi, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7; e il tutto senza ferie e malattie; con solo un minimo di spesa per l’hosting!
Insomma, la SEO è veramente un ottimo strumento da questo punto di vista.
Domanda consapevole.
Questo termine coniato dal bravissimo Alessandro Sportelli serve a indicare che dobbiamo stare attenti se qualcuno sta effettivamente cercando quello che abbiamo da offrire. Possiamo anche vendere una bellissima auto volante, ma se nessuno cerca su Google “dove acquistare un’auto voltante”, servirà a ben poco posizionarsi per questa keyword!
Concorrenza
Nella SEO spesso c’è molta concorrenza: su questo non ci piove.
Più passa il tempo e più il numero di siti web in circolazione aumenta: le soglie d’ingresso per andare on-line sono sempre più basse e al giorno d’oggi chiunque può creare un proprio sito internet (per quando poco efficiente) con poca spesa e poco tempo.
Di conseguenza c’è meno posto per tutti. Siamo chiari: potenzialmente lo spazio per ospitare siti internet è infinito.
Ma per ogni parola chiave ricercata c’è solo una prima pagina.
E qui arrivano le brutte notizie: più del 90% degli utenti guarda i risultati solo della prima pagina. Quanti vanno nella seconda pagina? Meno del 10%.
Da qui il detto: “il miglior posto dove nascondere un cadavere è la seconda pagina di Google.”
Se vuoi arrivare nella prima pagina – quindi – avrai a che fare con una concorrenza sempre più agguerrita.
Già adesso posizionarsi per diverse long-tail-keyword (parole chiave a coda lunga, cioè più descrittive; ad esempio: “quale macchina fotografica per panorami” pittosto che “macchina fotografica”) risulta essere quasi impossibile.
Quanto tempo richiede la SEO?
Fare SEO richiede tempo. Molto tempo.
I primi risultati cominciano a vedersi dopo 3 mesi. Molto più spesso, dopo 6: è un lavoro lungo e richiede molta pazienza.
L’ideale è fare SEO per ottenere nuovi potenziali clienti nel lungo termine e solo una volta che sappiamo che il nostro prodotto o servizio è stato apprezzato dal nostro pubblico.
Sono in molti che iniziano a lavorare sulla SEO per vendere qualcosa che poi non piace effettivamente al pubblico. O che magari piace, ma non ha mercato. La mossa migliore è decisamente quella di fare test con l’advertising a pagamento, come ad esempio Google AdWords o Facebook Advertising. Poi – una volta saggiati i gusti del pubblico – iniziare a lavorare sulla SEO in un’ottica di lungo termine ed espandere i propri canali di traffico.
VOGLIO ABBONARMI GRATUITAMENTE
AD “EasyLetter”
Un vero e proprio piano editoriale, completamente gratuito, che riceverai nella tua mail ogni settimana.
Ti aiuto a far decollare il tuo business online!
SEO e motori di ricerca: il rischio di lavorare in casa d’altri
Lavorare con la SEO è un metodo sicuro per acquisire nuovi contatti?
No.
Infatti come anche il più solido e maestoso castello può venire espugnato, così anche un sito ben posizionato può perdere tutto nel giro di una notte.
L’assedio che rischia di esiliarci dalla nostra posizione privilegiata ha un nome: penalizzazione.
Google (così come gli altri) ha un algoritmo che determina la qualità di un articolo, che si aggiorna in maniera più o meno regolare, cambiando a volte le carte in tavola.
Questi aggiornamenti possono modificare sostanzialmente le posizioni dei siti nei motori di ricerca, con la conseguenza che potresti essere scalzato da un giorno all’altro dalla tua posizione (scopri qualche dettaglio in più sull’aggiornamento più famigerato di Google).
Su questo, però, c’è da fare una doverosa premessa: se da un lato gli specialisti SEO o i professionisti del web marketing guardano con terrore a questi aggiornamenti dell’algoritmo e vivono nella paura che un giorno il loro sito sarà spazzato via in un’ondata di morte e distruzione dall’altro Google ha in mente solo una cosa: rendere l’esperienza dell’utente la migliore possibile de questi aggiornamenti hanno – come fine ultimo – quello di mostrare all’utente il risultato più pertinente con la propria ricerca.
Spesso questi aggiornamenti di algoritmo hanno penalizzato siti che mettevano in atto procedure abbastanza ambigue, contro cui Google già da tempo si è dichiarato contrario.
La maggior parte dei siti che danno reale valore all’utente, fornendo contenuti apprezzati e coinvolgenti, raramente vengono toccati da questi aggiornamenti.
Questo è un motivo in più per non creare contenuti “giusto per fare”, con l’unico obbiettivo il posizionamento, ma lavorare seriamente per i propri utenti.
CHE COS’E LA PAID ADVERTISING
Per Paid Advertising intendiamo la pubblicità a pagamento.
Di solito questo tipo di pubblicità viene contrapposta alla SEO.
La pubblicità a pagamento viene normalmente chiamata SEA, acronimo di Search Engine Advertising, con questa dicitura indichiamo tutti i circuiti pubblicitari, fra cui i più famosi sono Facebook Advertising e Google AdWords.
Normalmente questi circuiti funzionano come un’asta, in cui tu chiedi di essere posizionato per una determinata parola chiave (nel caso di Google AdWords) oppure di essere visto per un particolare target di utenti (nel caso di Facebook Advertising), in cambio di una somma di denaro (budget) prefissato.
Google e Facebook, in base ai loro algoritmi valuteranno la spesa necessaria e ti faranno visualizzare.
La differenza tra SEO e SEA, oltre che il costo, è la continuità. Infatti con la SEA nel momento stesso in cui smettiamo di pagare, smetti di ricevere clienti.
Con la SEO, a meno di penalizzazioni o competitor che cercano di spodestarti, una volta posizionato non dovrai pagare una somma di denaro per rimanere in prima posizione.
La principale differenza tra Google AdWords e Facebook Advertising è che la prima lavora sulla domanda consapevole, la seconda sulla domanda latente.
Ho già accennato a questa differenza nel capitolo relativo alla lla SEO, ma ora cercherò di spiegarmi meglio.
Nel caso della domanda consapevole (Google AdWords), l’utente sa cosa vuole e cerca una risposta.
Ad esempio, un ipotetico utente potrebbe cercare su Google “collare per cani per partecipare a un concorso”; in questo caso l’utente sa cosa gli serve.
Se vendiamo collari di lusso per cani possiamo mettere un annuncio a pagamento in cui si invita l’utente a visitare il nostro listino di collari e guinzagli tempestati di brillanti e tessuti costosi.
Nel caso di Facebook Advertising, invece, l’utente non sa cosa gli potrebbe piacere: la nostra bravura qui è cercare di intercettare gli utenti che potrebbero volere il nostro prodotto a partire da alcune caratteristiche o interessi del pubblico target.
Devi quindi configurare il pannello di controllo della pubblicità a pagamento di Facebook per intercettare utenti a cui potrebbero interessare collari per cani premium-price.
Imposterai come pubblico target donne dai 30 ai 65 anni (penso che alle donne possa piacere di più questo genere di prodotto), proprietarie di un animale domestico e che sono interessate ai concorsi per cani.
Degna di nota è anche un’altra forma di Paid Advertising: la pubblicità su Instagram. Questo celebre social network (che attualmente conta circa 600 milioni di membri in costante aumento) è stato aperto da poco ai contenuti pubblicitari e quindi è una piattaforma ancora acerba, sebbene dalle grandi potenzialità.
Di proprietà di Facebook, viene accomunato con quest’ultimo dalla stessa piattaforma pubblicitaria, che quindi permette di targettizzare estremamente bene il pubblico di potenziali clienti.
L’unica cosa per cui differisce da Facebook è il formato pubblicitario: infatti essendo Instagram un social network basato sulle fotografie, l’elemento grafico assume una grandissima importanza a discapito del contenuto testuale.
Per pubblicizzarti in questo ambiente le foto le faranno da padrone!
Ma come utilizzare questi potentissimi strumenti per utilizzarli nella nostra strategia di web marketing?
Vediamo quindi come implementare questi strumenti all’interno della tua strategia di marketing.
Come fare paid advertising
Per fare Paid Advertising, o pubblicità a pagamento on-line, devi prima di tutto elaborare una strategia e poi scegliere lo strumento più adatto alle tue esigenze.
Ti ho già spiegato il significato di domanda latente e consapevole: un primo quesito da porsi, quindi, è se i nostri potenziali clienti stanno già cercando il prodotto in questione.
Nel caso la risposta sia affermativa, sarà meglio utilizzare Google AdWords, in caso contrario, Facebook Advertising (in questo momento sto analizzando solo queste due piattaforme, ma non dimenticarti che ce ne sono tante altre, come LinkedIn, Twitter ecc.).
Tieni a mente che per utilizzare Google AdWords non basta pagare: infatti Google è diventato il primo motore di ricerca al mondo proprio per la cura delle risposte fornite all’utente.
Questo significa che Google, anche nella sua piattaforma a pagamento, mostrerà sempre il risultato più pertinente alla ricerca dell’utente, anche a fronte di un minore guadagno.
Se paghi cinquanta centesimi per ogni click di un’utente ed il tuo competitor offre un euro, potresti comunque spuntarla in caso il tuo contenuto corrisponda meglio a quello che sta cercando l’utente.
Se invece il tuo prodotto o servizio non è cercato attivamente, sarà molto meglio utilizzare la pubblicità su Facebook, in modo da proporre al tuo target qualcosa che gli può interessare ma di cui non è a conoscenza.
Il celebre social network – infatti – oltre che fornire video di gattini e fungere da aggregatore per commenti d’indignazione populista, ci permette di scegliere la nostra audience in modo estremamente preciso.
Dati demografici, interessi, pagine di loro interesse; questo e tanto altro ci permette di mettere il giusto prodotto davanti alla giusta persona.
Non dimenticare poi che sia Google AdWords che Facebook Advertising ti permettono di usufruire di un altro potentissimo strumento: il retargeting (chiamato anche remarketing).
Che cos’è il retargeting (o remarketing)?
Immagina di essere annoiato e camminare per i viali del centro della tua città, a un certo punto vedi qualcosa che solletica il tuo interesse nella vetrina in un negozio, come ad esempio una bella macchina fotografica.
Entri, la prendi in mano, guardi il prezzo… ma non la compri. Non sei convinto. A quanti di noi è capitato?
A questo punto esci e continui a camminare per le strade della tua città… per accorgerti a un certo punto che un commesso del negozio ha preso a camminare dietro di te. E in mano tiene non solo la macchina fotografica che guardavi, ma anche altre due simili.
Sorpreso da quella visione aumenti il passo ed entri in un altro negozio e mentre stai guardando degli altri prodotti, il commesso è sempre di fianco a te, in silenzio e ti guarda con occhi supplichevoli tenendo in mano queste tre macchine fotografiche.
Nella vita reale una persona che fa una cosa del genere è passibile di denuncia per stalking.
Nel web invece è legale. Ed è anche molto meno invasivo di quello che pensi, perché i prodotti che hai visionato te li ritrovi in banner e popup. E ti seguono sia sui siti internet, che su Facebook. Fino a che non compri o cancelli i cookie del tuo computer.
Questo è uno strumento estremamente potente che va assolutamente integrato nella tua strategia di web marketing.
Lati positivi e negativi del paid advertising
Vediamo adesso quali sono gli aspetti positivi e negativi dell’utilizzo della SEA, ovvero della pubblicità a pagamento.
Rispetto a quanto detto finora, voglio prendere in considerazione alcuni lati meno intuitivi.
Testare il tuo progetto tramite A/B test
Nel web marketing è molto importante fare dei test; ad esempio, per vedere se un certo prodotto incontra l’interesse del pubblico o se il prezzo è giusto.
Fare questo tipo di test con la SEO è impossibile: infatti con la SEO i primi risultati cominciano a vedersi dopo mesi ed è impensabile avere queste tempistiche per un test!
Oltre al fatto che riuscire ad organizzare delle varianti dei tuoi testi risulterebbe molto complesso.
Con la pubblicità a pagamento, invece, diventa molto più semplice.
Puoi mettere pochi euro sul piatto e vedere subito se le persone cliccano sul tuo annuncio, oppure se cliccano ma non comprano, o se si mostrano interessate chiedendo informazioni o ancora se ignorano ogni tuo stimolo a compiere un’azione (anche chiamata call-to-action).
Utilizzare la SEA può anche essere interessante per portare traffico su certi contenuti e vedere se la tua strategia di monetizzazione funziona.
Se non stai vendendo niente e vuoi guadagnare esclusivamente da banner ed affiliazioni, dovrai capire subito se quando metti un euro nella fonte di traffico poi ne esce qualcosa.
Portare traffico diretto a determinati contenuti
Come abbiamo detto nel capitolo della SEO, non tutti i contenuti possono essere ben indicizzati; infatti per settori in cui la concorrenza è agguerrita sarà estremamente difficile andare a ottimizzare adeguatamente un contenuto web (a volte impossibile!).
Ma se per te è fondamentale portare utenti in un determinato contenuto, perché, ad esempio, è un passaggio fondamentale per entrare all’interno del tuo funnel di vendita, come fare se non è possibile indicizzarlo per le parole chiave di tuo interesse?
Semplice: pagando.
Se per te acquisire un cliente rappresenta un guadagno, non dovrai aver paura ad aprire il borsellino ed investire qualche moneta su di lui per portarlo dove vuoi.
Scalare, scalare e poi ancora scalare
La parola d’ordina per fare profitti sul web è una sola: “scalabilità”. Quando un’attività è scalabile, il profitto arriva. All’inizio si comincia con poco, pochi euro e si vede se converte. Se la nostra idea di business è giusta possiamo mettere in quarta, far stridere le gomme e sgasare a tutta birra verso il profitto!
Per fare ciò, basterà aumentare il budget: se pochi euro convertivano, allora anche tanti euro convertiranno. E un ROI del 200% su mille euro sono molti di più che un ROI del 200% su cento euro!
Per fare questo, la pubblicità a pagamento è l’ideale. Infatti nella SEO è molto difficile scalare: si possono fare maggiori investimenti per costruire una strategia di link building o puntare a molte più parole chiave, ma l’incremento non sarà mai lineare come nella Paid Advertising.
Con la SEM o la Facebook Advertising, invece, scalare sarà un gioco da ragazzi: basta aggiungere uno zero all’importo del budget, sedersi a braccia conserte e the money will rain!
Ovviamente l’ho fatta molto facile, non va proprio così; ma è per farti capire la differenza che c’è tra Paid Advertising e SEO in questo ambito.
CONCLUSIONI
Come hai visto, il successo nel campo del web marketing non si nasconde dietro questo o quello strumento, ma dietro a una strategia. La cosa migliore che possiamo fare è studiare i pro e i contro dei tools che abbiamo a disposizione e poi ideare un piano d’insieme che li utilizza in concerto.
Le cose da tenere in considerazione sono veramente tantissime e ogni strumento pubblicitario ha i suoi punti di forza e i suoi punti deboli. La cosa migliore da fare e mettersi seduto a tavolino e pianificare adeguatamente la propria strategia: quali sono gli obbiettivi da raggiungere?
Qual è lo scopo? Testare un’idea di business? Costruire qualcosa a lungo termine? Acquisire lead o follower?
L’ideale è utilizzare ognuno di questi strumenti in maniera strategica e farli lavorare insieme tra loro per raggiungere un obbiettivo comune. Il tutto essendo consapevoli dei limiti di ognuno di questi.
Quindi non aspettare oltre e mettiti subito all’opera per costruire il tuo business on-line e raggiungere le migliaia di potenziali clienti che non aspettano altro che seguirti e acquistare da te il meglio che hai da offrire!