Hai mai esaminato attentamente il tuo business, il posizionamento del tuo sito internet ed il margine di miglioramento che puoi ottenere ottimizzandolo al meglio?
Nonostante ormai praticamente tutti facciano marketing online e parlino di nicchie di mercato, sono ancora pochi quelli che misurano i risultati ottenuti, effettuano un serio studio del proprio posizionamento e si muovono di conseguenza, in modo da migliorare la propria capacità di conversione.
Cosa vuol dire analizzare il proprio business?
Analizzare il tuo business vuol dire capire in che direzione la tua impresa, la tua attività, il tuo progetto sta andando; non farlo equivale ad essere in mezzo all’oceano, su una scialuppa senza remi, in balia delle onde e degli eventi.
Se non sei consapevole di cosa sta accadendo alla tua attività, non sei consapevole della vita che stai vivendo.
Se togliamo la parte filosofica e ci dedichiamo invece a quella pratica, l’analisi del business deve essere svolta attraverso un processo più o meno complesso, che prende in considerazione i KPI, letteralmente le “chiavi di performance” che, se analizzate correttamente, ti indicheranno le problematiche dei tuoi processi.
Cosa sono queste KPI? Senza scendere troppo nel tecnico, sono degli indicatori, che ti segnalano cosa sta andando bene e cosa, invece, sta andando male; nelle prossime righe ti spiego come individuarle e gestirle nella maniera più corretta.
Funnel di vendita e KPI
I funnel, combinati con le landing page, sono letteralmente il mio principale metodo di lavoro, di fatti ho preparato un articolo che spiega esattamente cosa è un funnel e come usarlo nella tua attività oltre ad una guida per realizzarne uno utilizzando instapage accessibile anche sul mio canale youtube: molti dei miei articoli, in questo blog, parlano di questo.
Ma quali sono gli indicatori delle performance del tuo funnel?
La risposta più banale, e che la maggior parte delle persone usa, è il dato di conversione:
Ho una pagina che vende un prodotto, acquisisco 100 clienti tramite facebook spendendo 100 euro, vendo 500 euro di prodotti, ho guadagnato 400 euro (ovviamente sto semplificando) e questo è il mio indicatore di performance.
Se scendiamo però un poco più in profondità possiamo analizzare altri dati, più interessanti per capire se sto andando nella giusta direzione o se ci sono dei problemi che a prima vista non riesco ad individuare utilizzando la sola monetizzazione come KPI.
Conversione, non parlo solo di soldi
Nonostante la maggior parte delle persone associ la “conversione” dell’utente all’azione di vendergli un prodotto, in verità ha un significato molto più ampio e complesso, dipende molto dalla strategia di marketing che stai implementando e da come intendi guidare il tuo utente all’interno del processo di vendita (o funnel di vendita) che hai pensato.
Per un e-commerce la conversione potrebbe essere, con lo stesso grado di importanza, l’iscrizione alla propria newsletter oppure la vendita del prodotto; in quest’ultimo caso rischiamo però di non fidelizzare il cliente, è quindi utile ed intelligente implementare delle meccaniche in grado di renderlo un acquirente continuativo.
Pensiamo anche a quelle realtà che, come un’agenzia immobiliare, un podcaster, un ristorante o un’agenzia funebre, non hanno la possibilità di convertire l’utente nel modo classico, è invece più sensato impostare con metriche diverse, come il ricontatto telefonico/via mail, il tempo di ascolto, l’iscrizione alla newsletter, la durata della sessione di navigazione e così via, dipende tutto dalla tua strategia.
Come misurare la conversione di un utente – Come farlo in pratica
Tante parole e poca pratica non sono mai un connubio vincente, se scrivo un articolo sulla conversione ma non ti spiego come misurare il tasso di conversione dei tuoi utenti, che utilità potrà mai avere?
Come ti ho già spiegato definire cosa per te sia la conversione, senza conoscere la tua situazione, è pressoché impossibile, posso però suggerirti uno strumento in grado di aiutarti e spiegarti come configurarlo in maniera che restituisca un risultato sensato.
Lo strumento in questione è il solito ed intramontabile Google Analytics, gratuito, pratico, potente ed estremamente funzionale, leggere i dati principali è alla portata di tutti, ma configurarlo al meglio, per ottenere le giuste informazioni, beh, è tutta un’altra storia.
Se hai un account google (o gmail) ti basterà recarti a questo indirizzo ed effettuare il login inserendo la tua mail e la tua password, in questo modo accederai direttamente al pannello di controllo.
Da qui ti basterà andare in “Amministrazione”, “Obiettivi” selezionare il bottone “nuovo obiettivo ed iniziare a configurare il suo funzionamento.
Come puoi vedere dall’immagine qua sotto le opzioni si spiegano praticamente da sole, potrai scegliere uno di quelli predisposti oppure premere su “Personalizzato” ed impostare una destinazione.
Cosa stai facendo
E’ importante capire esattamente cosa stai facendo, prima di mettere in pratica l’aggiunta di un obiettivo, altrimenti starai solo perdendo tempo!
Prendiamo ad esempio il modello “Personalizzato“, uno di quelli che utilizzo di più, ed ipotizziamo tu abbia selezionato “Destinazione“.
In questo caso stiamo indicando a Google Analytics che l’utente è stato “convertito” quando ha visualizzato una particolare pagina del nostro sito, indicata nel campo “Destinazione“.
Facciamo ora un esempio pratico:
L’utente visita un articolo nel quale è inserito un modulo per l’iscrizione alla tua newsletter in cambio di un freebie, ovvero un contenuto gratuito che normalmente è rappresentato da un PDF o da un video.
Dovrai configurare tale modulo in maniera che, una volta iscritto, rimandi l’utente ad una pagina denominata “Thank You Page”, nella quale lo ringrazi di essersi interessato ai tuoi contenuti e magari gli proponi qualche idea/prodotto/servizio ecc. che lo possa incuriosire.
Ecco, tale pagina rappresenta la destinazione, in quanto, se l’utente l’ha visualizzata, vuol dire che ha completato l’azione che avevi predisposto, ovvero l’iscrizione alla tua newsletter.
Questo è un esempio molto semplice, puoi configurare e concatenare anche serie di obiettivi, ma ricordati di farlo solo ed esclusivamente se trarrai un vantaggio strategico nel misurarli, prendere dati “a caso” non è infatti mai una sana strategia di analisi.
Un pratico aiuto
Capisco che realizzare questi automatismi possa non essere semplicissimo per un utente alle prime armi, ho quindi pensato di lasciarti qua sotto un riferimento ad una video-guida, completamente gratuita, che ti possa spiegare come realizzare una Thank You page in maniera completamente autonoma ed anche qualcosina di più.
Se invece non hai tempo da perdere e vuoi elaborare la migliorare strategia per la tua attività, allora valuta una consulenza personalizzata, è un metodo efficace ed economico per poter crescere velocemente ed in maniera “sana”, se sei interessato nella sezione “chi sono e cosa faccio” trovi tutte le informazioni.
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